Passiamo buona parte della nostra vita ignorando le sensazioni interiori del corpo per conformarci alle aspettative sociali imposte da scuola, famiglia ed educazione. Di conseguenza, la mente tende a rimuovere tutte quelle percezioni corporee che non rispondono a tali aspettative. A partire dal corpo e dal movimento, è possibile recuperare un’autenticità leggera e profondamente radicata.
Diversi anni fa, un trauma alla spalla sinistra mi ha immobilizzata. L’ecografia evidenziò uno sfilacciamento dei tendini del sovraspinato, e il dolore intenso, soprattutto notturno, mi impediva di dormire. Nonostante vari tentativi di alleviare questa condizione debilitante – trattamenti strumentali, posturali, auricoloterapia, magnetoterapia, manipolazioni e sessioni con colleghi Feldenkrais – il dolore continuava a persistere. Questa situazione mi ha profondamente condizionata, portandomi a una paralisi fisica e mentale, a un aumento di peso e a una sempre maggiore difficoltà nei movimenti.
Ho continuato a lavorare e a partecipare a gruppi di studio, tra cui uno dedicato alle integrazioni funzionali di Moshe Feldenkrais per i bambini. Osservando le loro capacità, ho iniziato a percepire che il tocco di Feldenkrais avesse qualcosa di unico, una qualità speciale. Ritengo che la sua origine ebraica arricchisce il suo metodo con una profondità particolare. Sentivo il bisogno di confrontarmi con Ronit su questa intuizione, poiché nell’ambiente Feldenkrais è raro che si riconosca qualcosa di così speciale nel suo approccio. Durante una nostra conversazione su Skype, Ronit ha subito notato la mia sofferenza e mi ha assicurato che poteva aiutarmi.
Ronit mi ha raccontato del suo metodo, che ho trovato estremamente interessante. In sintesi, mi ha spiegato come il suo approccio intreccia diverse discipline, partendo dalla danza mediorientale e approfondendo la dimensione atavica e i segreti ancestrali di questa antica arte.
Il suo lavoro esplora non solo la matrice terapeutica di questa danza, ma anche il recupero del femminino sacro alla coscienza della grazia, integrandoli con un approccio artistico che riflette i suoi studi in pittura e scultura.
Queste discipline si intrecciano con la tradizione mistica ebraica, includendo elementi della cabala, creando un percorso che unisce corpo, anima e arte in modo unico e profondo. La tradizione mistica ebraica ha profondamente influenzato Moshe Feldenkrais e il suo metodo. Tuttavia, oggi questo aspetto viene ignorato, riducendo il metodo a un approccio puramente meccanico. Tale aspetto mi mancava sia come fisioterapista che come studiosa del metodo Feldenkrais. Ronit, pur non avendo studiato Feldenkrais, possedeva intuizioni profonde e accurate, radicate nella sua ricca cultura ebraica.
Il metodo Ronit mi ha fatto riflettere su come trasformare il dolore in uno strumento di consapevolezza, un promemoria che diventa opportunità, rompendo il pregiudizio che lo considera solo un ostacolo. Il suo metodo conduce a una conoscenza del corpo che si innalza verso livelli vibrazionali più elevati.
Con la formazione Feldenkrais, avevo sperimentato momenti di scoperta straordinari, spazi e qualità di cui non conoscevo l’esistenza. Quelle esperienze profonde e sublimi mi avevano sostenuta a lungo. Tuttavia, il dolore cronico alla spalla mi aveva bloccata, rendendo impossibile ritrovare quel senso di leggerezza.
Fin dalla mia prima lezione con Ronit ho capito che, per migliorare la mia condizione e recuperare la mia forma fisica, avrei dovuto lavorare con dedizione e canalizzare tutta l’energia possibile. Una parola chiave che ho annotato è stata “stratificazione”. Con Ronit, ho appreso che per raggiungere una connessione profonda con il corpo materiale è necessaria anche un’elevazione animica, creando un percorso che abbracci arte, ginnastica e terapia, in cui ogni elemento è connesso in modo armonioso.
Gestire azioni semplici, come portare un bicchiere alla bocca o posare una mano sulla testa, era diventato un movimento robotico e doloroso. Le limitazioni articolari si erano estese a costole, vertebre e addome. Per paura del dolore, avevo ristretto l’escursione dei movimenti del braccio, privandomi della forza armoniosa necessaria. Lavorando con Ronit, ho scoperto che questa forza muscolare armoniosa può diventare un sentiero di crescita consapevole, dove il corpo rivela la sua unità come un insieme di parti interconnesse.
La frustrazione per l’impossibilità di compiere movimenti come la rotazione dell’omero, l’abduzione completa o la supinazione della mano, è stata mitigata dall’allineamento proposto da Ronit e dalla sua profonda teoria sul legame tra anima e corpo.
Non posso negare lo stupore che ho provato nel realizzare che il corpo può essere uno strumento per l’elevazione dell’anima. Corpo e anima formano un’unità indissolubile.