L’efficacia del Metodo Ronit

Una terapista della riabilitazione evidenzia come l’applicazione del Metodo Ronit®, integrato con il Metodo Feldenkrais, abbia migliorato mobilità e consapevolezza corporea nei pazienti, favorendo un recupero più completo ed efficace.

L’efficacia del Metodo Ronit

Da circa un anno frequento il corso di Danza Orientale tenuto da Ronit Mandel Abrahami, che sottolinea costantemente l’importanza della danza come strumento di consapevolezza di sé e di percezione concreta del contatto dei piedi con il terreno. Inoltre, evidenzia come la sua crescita professionale si sia sviluppata anche grazie al metodo Feldenkrais. Essendo Terapista della Riabilitazione e già a conoscenza di questo metodo, ho seguito con particolare attenzione le indicazioni di Ronit durante le lezioni.

Nel tempo, ho iniziato ad applicare sulle pazienti alcuni esercizi preparatori tratti dal Metodo Ronit®, che durante le lezioni utilizziamo per riscaldare e sciogliere le articolazioni. Ad esempio, nella diagnosi di alcune pazienti sottoposte a interventi di protesi d’anca, ho riscontrato un’assenza evidente del movimento basculante del bacino durante il cammino. Ho quindi integrato nella terapia esercizi specifici, tra cui: il basculamento orizzontale del bacino, il twist sull’asse verticale, il passo con battuta decisa del piede sul terreno mantenendo le ginocchia semiflesse, e la mobilizzazione delle scapole.

Grazie a questi esercizi, le pazienti hanno acquisito maggiore consapevolezza dei limiti di movimento del loro bacino e, in circa quattro settimane di attività con frequenza di tre sedute settimanali, hanno recuperato una notevole fluidità nei movimenti. Inoltre, hanno espresso un forte senso di gratificazione nel riscoprire una libertà di movimento che non avevano mai provato, nemmeno dopo anni di malattia cronica.

In un altro caso, durante il trattamento di una paziente con frattura bimalleolare sinistra (caviglia), ho osservato un blocco nei movimenti che coinvolgeva l’intera metà sinistra del corpo, dal collo al piede. Ho quindi proposto esercizi preparatori suggeriti da Ronit, tra cui:

  • Scapole: mobilizzazione isolata di una scapola alla volta e poi di entrambe, nelle direzioni basso, centro e alto lungo l’asse verticale.
  • Tronco (parte alta): twist del tronco mantenendo ferma la parte inferiore del corpo (dall’ombelico in giù).
  • Bacino: movimenti di basculamento e twist.

Grazie alla partecipazione attiva della paziente e alla presa di consapevolezza dei propri limiti, è stato possibile migliorare la fluidità nei movimenti della parte sinistra del corpo in circa cinque settimane di esercizi.

Spero vivamente che questo breve resoconto della mia esperienza professionale e personale possa stimolare curiosità e coraggio in chi desidera provare il metodo proposto da Ronit Mandel Abrahami. Questo approccio non solo consente di ottenere benefici inattesi, ma invita anche a esplorare e comprendere meglio quel “sconosciuto” che è il nostro corpo.

Dott.ssa Paola Dolfi
Fisioterapista e insegnante del Metodo Feldenkrais

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Imparare ad ascoltare il corpo ci rivela quanto lo abbiamo limitato, costretto e obbligato a conformarsi nel tempo. Il corpo e la psiche sono una sola unità: ciò che leggiamo nel nostro corpo è una manifestazione di ciò che è stato prima nella nostra mente.

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