Questo saggio sulla danza sacra femminile costituisce il risultato di anni di ricerche, esperienze personali, sensazioni ed esigenze che ho avvertito in prima persona durante tutta una vita dedicata a questa nobile arte.
Essendo cresciuta in Medio Oriente, mi sono accostata alla danza del ventre in modo spontaneo, riconoscendola esclusivamente come un divertimento.
Progressivamente, ho sentito crescere la contiguità tra questa disciplina e il mio essere profondo, esperienza che mi ha consentito di materializzare, attraverso il movimento, aspetti reconditi del mio animo.
Questa nuova percezione ha agito da stimolo per compiere sulla danza un’indagine approfondita, nel tentativo di conferire maggior valore, mediante un supporto scientifico e filosofico, anche all’aspetto tecnico ed estetico e soprattutto di legare l’ambito sensoriale ed emotivo alla tecnica.
Si è così rafforzata in me l’esigenza di scoprire l’essenza di questa danza e di risalire alla sua origine, conducendo un’indagine sulla psiche e sull’archetipo custode della storia dell’umanità e rivelatore di preziose verità.
«L’archetipo è la tendenza a formare singole rappresentazioni di uno stesso motivo che, pur nelle loro variazioni individuali anche sensibili, continuano a derivare dal medesimo modello fondamentale. […] Se gli archetipi fossero veramente rappresentazioni create (o acquisite) dalla nostra coscienza, noi dovremmo essere sicuramente in grado di comprenderli senza trovarci stupefatti e perplessi quando essi si presentano alla coscienza. Essi, in realtà, sono tendenze istintive altrettanto marcate quanto lo è l’impulso degli uccelli a costruire il nido, o quello delle formiche a dar vita a colonie organizzate»
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Il corpo umano può essere considerato un intricato sistema meccanico che funziona in modo armonico. Le ossa forniscono la struttura portante, i muscoli generano il movimento, e gli organi svolgono funzioni vitali.
La fisica e la biomeccanica sono fondamentali per comprendere come il nostro corpo si muove e funziona. Questo concetto è cruciale per vari campi, come la medicina, la fisiologia e l’ingegneria biomeccanica. Tuttavia, va notato che il corpo umano è molto più di un semplice meccanismo. Oltre alla sua complessità fisica, esso è anche il custode dell’esperienza umana. Il corpo ospita la mente, le emozioni e la coscienza, creando una dimensione che va oltre la mera meccanica. L’essere umano non è soltanto una macchina biologica, ma anche un essere pensante, che sperimenta emozioni, pensieri e una vasta gamma di esperienze umane.
Il corpo è indubbiamente meccanico, ma la sua vera grandezza risiede nella sua capacità di andare oltre la meccanicità, diventando il recipiente e l’espressione di ciò che è unico nell’essere umano: la sua coscienza, la sua creatività e la sua capacità di connettersi con il mondo in modi straordinari.
Senza entrare nei dettagli, è interessante notare che molte volte anche gli studi scientifici confermano che il dolore non è sempre giustificato da cause evidenti. Quindi, nel regno del mistero, viene essenzialmente spiegato un lavoro di elevazione dell’anima. Accedendo ai testi antichi ebraici, possiamo davvero comprenderne l’interconnessione, un’antica saggezza che persiste sino ad oggi. La verità inconfutabile è che dobbiamo considerare l’intero universo come parte di un tutto, un legame che attraversa il tempo dall’antichità fino ai giorni nostri.
Un aspetto cruciale è il necessario aumento del rispetto verso noi stessi, una qualità spesso carente, soprattutto nell’autostima. Questa mancanza può portare a trascurare il nostro corpo da ogni prospettiva. Un risveglio e una consapevolezza più profonda delle connessioni tra tutti gli elementi ci spingerebbero a fare scelte alimentari radicalmente diverse.
La coscienza è simile a una serie di matrioske, dove ogni strato rivelato con la rimozione di uno svela qualcosa di ancora più profondo. Questo processo può condurci a uno stato di meraviglia, poiché ci rendiamo conto di essere circondati dall’immensità dell’ignoto. La mistica ebraica, in particolare, rivela che esiste la parte segreta del Vecchio Testamento e apre la mente attraverso le interpretazioni dei “Mekubalim”, coloro che navigano sulla giusta frequenza per ricevere informazioni divine.
Prima di concentrarsi sull’armonia del nostro corpo, è imprescindibile rivolgere l’attenzione al nostro stato di coscienza. Troppo spesso, ci troviamo intrappolati in un livello di coscienza limitato, plasmato da secoli di influenze manipolative che hanno intaccato ogni aspetto della nostra esistenza. Queste influenze spesso ci spingono a porre l’accento sulla parte materiale della vita, facendo sì che confondiamo spiritualità con religioni istituzionali o dimensioni politiche. La verità fondamentale è che la spiritualità dovrebbe essere percepita come una guida, un manuale d’uso per abbracciare appieno la nostra umanità e vivere in armonia come parte integrante dell’atto creativo divino.
La bellezza è un mistero ancora tutto da scoprire, spesso nascosto dagli standard imposti dalla società. Questa lente di ingrandimento chiamata “stato di coscienza” è stata spesso tolta, impedendoci di vedere la vera bellezza, che è profonda e legata a una dimensione più ampia. In realtà, tutto è interconnesso, e ciò che coltiviamo in noi stessi si riflette su tutti gli aspetti della nostra vita. Perderne la consapevolezza può essere limitante.
Imparare ad ascoltare il corpo ci rivela quanto lo abbiamo limitato, costretto e obbligato a conformarsi nel tempo. Il corpo e la psiche sono una sola unità: ciò che leggiamo nel nostro corpo è una manifestazione di ciò che è stato prima nella nostra mente.
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